Oggi ci buttiamo a capofitto nel modellismo automobilistico. Roberto Donati ci propone la sua ALFA ROMEO GIULIETTA 1000 MIGLIA.
La storia di questa macchina è abbastanza singolare e curiosa, come sempre accade per i modelli “di nicchia” che Roberto non si stanca mai di ricercare e realizzare.
La Storia
Nel 1956-57 l’Alfa Romeo decise di creare un certo numero di vetture Giulietta Spider Veloce del tipo 750G, sviluppate dalla normale Spider Veloce (tipo 750F) per adattarle alle competizioni.
Il nome Giulietta nasce per uno strano fatto. In quel tempo, mentre la macchina era in progettazione, otto dirigenti Alfa si recarono a Parigi presso la filiale della capitale (NDR: in museo potrete ammirare il raro logo dell’Alfa Parigi). Durante la cena si esibì un esule russo, nobile decaduto, che per mangiare raccontava storielle nei locali.
Dopo aver guardato il gruppo disse “Vedo molti Romeo ma nessuna Giulietta”. Affare fatto: il nome fu trovato! La creazione di queste vetture fu certamente un espediente per dar ancora più appetibilità e fascino alla macchina, già splendida di suo e baciata dalla genialità di Pininfarina.
Furono create diciassette vetture per competizioni d’alto bordo come le dodici ore di Sebring o la Mille Miglia, che era agli sgoccioli.
A quest’ultima corsa venne iscritta, nella sua categoria, una delle auto quella col posto del passeggero chiuso da una lastra leggera di metallo montata a filo ed un cupolino in perspex. La guida fu affidata a Consalvo Sanesi, pilota di buona caratura e con qualche esperienza anche in Formula 1.
La Mille Miglia del 56 non fu però molto fortunata per la nostra Giulietta: Sanesi a Martinsicuro, appena dopo San Benedetto del Tronto, ebbe un incidente piuttosto grave, pare per il blocco del cambio.
Della bella Giulietta, o meglio ciò che era rimasto, non si seppe più nulla fin quando, nel 1993 magicamente fu data la notizia del ritrovamento della macchina. Di questo fatto si occupò la rivista Ruote Classiche. Strano, si chiese la redazione, da dove è sbucata fuori? Il Registro automobilistico di Milano dava la macchina come demolita, ed il museo di Arese dichiarò di avere la meccanica.
Morale qualche furbacchione stava tentando di spacciare come originale un mezzo appositamente modificato. La cosa finì lì e per vent’anni non si parlò più di questo ritrovamento….. fino a quando un belga comprò una “giulietta ex Sanesi” ad un’asta per più do 200000 Euro non riuscendo poi ad omologarla. Alla fine, forse il colpaccio è riuscito.
Il montaggio del Kit
Sentiamo cosa ci racconta Roberto: Ho affrontato la costruzione del modello con l’intenzione di rilassarmi dopo la lunga gestazione di un pezzo in resina ma mi sbagliavo. La scatola era marcata Swift by Protar, un tentativo della famosa ditta bolognese di entrare ne mondo della scala 1/24.
Buone linee ma scarsa precisione con particolari anche comici come il cofano apribile ….in un kit senza motore. Ottime le decals della Cartograf, per il resto un pezzo che alla fine sa più di giocattolo che di modello. Rimane comunque uno dei pochi pezzi italiani prodotti che non siano le trite Ferrari.