Oggi Roberto Donati ci presenta la sua ultima realizzazione: la Fiat SB4 Eldridge “Mefistofele”.
Quest’auto è davvero un unicum nella storia dell’automobilismo sportivo e la sua storia è veramente curiosa ed interessante, per cui vale la pena ripercorrerla brevemente.
La Storia
Ernest Arthur Douglas Eldrige era curioso e spericolato personaggio, nato a Londra da famiglia benestante nel 1907, ossessionato dalla velocità, dotato di brevetto da pilota aeronautico, privo di un occhio che perse in un incidente ed era anche un accanito giocatore d’ azzardo.
Non fu un grande pilota: Fece qualche apparizione a Brooklands con un’ Isotta Fraschini vecchia ed obsoleta del 1907 su cui aveva piazzato un motore d’ aereo della Maybach e con la quale vinse una gara ma la macchina, che fu presto venduta, che era davvero un catorcio.
Nel 1922 il nostro amico comprò per due soldi un’ auto da competizione Fiat, la SB4 del 1908, ormai a fine carriera, il cui motore era esploso su un circuito portandosi dietro parti della carrozzeria. Il rottame acquistato fu empiricamente restaurato e modificato, allungandone, utilizzando parti di un autobus . L’auto fu dotata di un motore aeronautico, sempre Fiat, di 21.706 centimetri cubici denominato A12. La carrozzeria allungata nel retro dava un aspetto filante e di una certa eleganza.
Era una macchina assurda praticamente priva di freni che erano presenti solo sull’ asse posteriore ed agivano non sulle ruote ma sul differenziale.
Nel luglio del 1924 si presentarono ad Arpajon per per battere il record mondiale di velocità sul km lanciato : Renè Thomas con una Delage ed il nostro Eldrige il quale, nonostante i pericolosi serpeggiamenti causati dall’inadeguatezza di telaio, sospensioni e pneumatici alla potenza sviluppata riuscì a portare la “Mefistofele” alla velocità di 230,55 km/h, ovvero oltre il precedente record.
Il record non venne omologato, su ricorso dei francesi, in quanto la “Mefistofele” era sprovvista della retromarcia, come invece prevedeva il regolamento.
I francesi, per sottolineare la loro “grandeur”, esposero la Delage sui Campi Elisi. Eldrige schiumava di rabbia mentre un meccanico trovato nei pressi di Arpajon si inventò un marchingegno che dava la possibilità di una retromarcia, sia pur stentata.
Con questa modifica si ripresentò sei giorni dopo sulla Route d’ Orleans. La sua macchina, che un cronista definì un “mostro nero”, faceva un baccano infernale, sputava fumo e fiamme tanto che il pubblico la soprannominò “Mefistofele” prese spinta sul rettilineo sbandando paurosamente, dato il telaio raccogliticcio, ma raggiunse i 234,97 km/h, nuovo record mondiale.
Il suo record fu tra l’altro l’ ultimo ad essere ottenuto su una normale strada pubblica, dopo arrivarono: spiagge, laghi salati e deserti
Passarono anni e la macchina tornò da dove era partita, cioè Torino, al Museo Biscaretti dove oggi à visibile, e dove venne restaurata e ridipinta di rosso
La realizzazione del modello
Diamo la parola a Roberto:
Il modello è dell’ Italeri, sia pur modificato per renderlo più vicino all’ originale di Eldrige. La fabbrica emiliana ha tradotto in plastica un vecchio modello in zamac della Protar lasciando le viti come sistema di fissaggio dei pezzi. Con la plastica però a mio avviso si ottiene un risultato migliore con la colla apposita.
Con la collaborazione di Massimo “driver” Perencio ho aggiunto il secondo sedile tirato in resina . I cerchioni a raggi sono stati sostituiti essendo, come al solito quelli da scatola troppo grossi. Il cruscotto e stato rifatto in alluminio perche la plastica cromata è orribile e da il senso del giocattolone