Oggi vogliamo mostrarvi l’ultima opera di uno dei nostri maestri del museo: Mario Guaraldi.
Mario, da par suo, si è cimenta nel rendere in una scenetta completamente auto costruita ciò che viene rappresentato nel quadro più celebre di Jacques-Louis David : la morte di Marat
David è stato un grande pittore vissuto tra fine ‘700 ed inizio ‘800 che con le sue opere ci ha permesso di conoscere nel dettaglio gli anni della Rivoluzione Francese ed i suoi protagonisti.
Nel 1793 dipinse quest’opera unanimemente ritenuta il suo capolavoro.
Chi era Marat?
Jean-Paul Marat era un importante giornalista francese, il quale, prima di dedicarsi al mondo della stampa, aveva studiato medicina. Con l’arrivo della Rivoluzione Francese, cominciò ad interessarsi alla situazione e nel 1789 fondò il giornale L’Ami du peuple, (l’amico del popolo), dimostrando di avere dei pensieri fortemente radicali. Si unì ai Giacobini, diventandone il presidente ed i suoi articoli divennero dei veri e propri inni alla rivoluzione, portando i cittadini che leggevano il giornale ad attaccare e scacciare i girondini che in quel periodo avevano il potere.
I giacobini di Marat allora formarono immediatamente un nuovo governo; lo scrittore non si fermò e continuò a scrivere di rivoluzione e protesta, sfociando spesso nell’eccessiva violenza.
Forse fu proprio questa eccessiva aggressività a far preoccupare Charlotte Corday, una giovane girondina, la quale scrisse una falsa lettera di supplica per farsi ricevere da Marat, il quale cascò nella trappola. Dopo aver trovato la casa in cui abitava il giacobino, alla Corday servirono solo pochi minuti per pugnalare Marat mentre si trovava nella vasca da bagno.
La Storia del quadro
La Convenzione dei giacobini commissionò allora a David la realizzione di quest’opera pervolevano esaltare con un quadro, il sacrificio del giornalista, il quale sarebbe diventato un martire della Rivoluzione.
David, colpito profondamente da questo brutale assassinio, prese a cuore questo incarico e, prima di realizzare la versione finale, studiò dal vivo la maschera mortuaria di Marat, in modo tale da poter rappresentare in modo realistico il giornalista che diede la vita per donare forza alla Rivoluzione.
Non manco di inserire addirittura una dedica sul grande altare di legno che risalta in primo piano e su cui sono appoggiati i vari fogli. C’è scritto : À MARAT, DAVID/L’AN DEUX che tradotto liberamente vuol dire a Marat da David, l’anno secondo.
Ecco alcune particolari della grandiosa scenetta costruita da Mario, dove tutti ma proprio tutti i particolari presenti nel quadro sono rappresentati.