In questo articolo parliamo di uno dei pezzi più incuriosiscono chi visita la nostra collezione di modelli ferroviari: Lo Schienenzeppelin
Si tratta indubbiamente di una delle locomotive più particolari nella storia delle ferrovie.
La nostra storia inizia alla fine degli anni 20 quando un ingegnere tedesco, Franz Kruckenberg, rispolverò un’idea non del tutto nuova: spingere un treno utilizzando il motore di un aereo.
In effetti si trattava di un’idea era tanto semplice quanto geniale: perché spingere un treno usando le ruote quando si può usare l’elica di un aereo?
Come sempre però tra il dire ed il fare la distanza è parecchia, per cui i requisiti richiesti un treno adatto ad utilizzare quel tipo di propulsione erano assai stringenti, considerando la tecnologia disponibile allora: doveva trattarsi di un treno molto leggero e con un’aerodinamica molto spinta ed accuratamente calcolata, se non altro per evitarne il decollo…
Si fece quindi ricorso alle più moderne tecniche costruttive allora disponibili facendo massiccio uso di alluminio per realizzare quello che doveva essere il treno del futuro.
Il primo prototipo venne quindi disegnato e sviluppato dalle officine Hannover-Leinhausen nel 1929 e nel 1930 il nostro treno ad elica fu pronto per avventurarsi sulle traballanti rotaie del sistema ferroviario tedesco di allora.
A questo mezzo innovativo venne dato il nome di Schienenzeppelin, in quanto aveva un aspetto che ricordava vagamente un dirigibile Zeppelin: per questo motivo ne assunse il nome da cui derivò anche il soprannome Zeppelin su rotaia.
In un epoca ancora dominata dai treni a vapore, dove le pesanti e tozze locomotive nere ingombravano le stazioni, lo Schienenzeppelin era una pallottola d’argento dalle forme allungate che sembrava provenire dal futuro o magari da un film che parlava di viaggi nel tempo.
Era formato da un’unica cabina capace di ospitare 40 passeggeri ma la sua forma, la livrea argentea, gli interni spartani e disegnati in puro stile Bauhaus contribuirono a farne immediatamente un’icona della nascente modernità.
La propulsione era basata su un motore BMW ad uso aeronautico raffreddato ad acqua della potenza di 600 cavalli. Questi azionava un’ elica a passo fisso realizzata in legno di frassino, inizialmente a quattro pale ed in seguito passata alla soluzione bipala.
L’elica venne mantenuta inclinata verso l’alto di circa 7 gradi al fine di permettere al treno di ricevere anche una spinta verso il basso tale da tenerlo ben saldo sulle rotaie.
Le sue prestazioni erano straordinarie. Il 21 giugno 1931 sulla linea Berlino-Amburgo mise a segno un nuovo record mondiale di velocità raggiungendo 230 km/h e la notizia fece il giro del mondo. Questo record rimarrà imbattuto fino al 1954 e rimane tutt’ora il record per treni a propulsione non elettrica.
Nonostante le prestazioni, davvero impressionanti per l’epoca, il progetto degli Schienenzeppelin è da considerarsi sostanzialmente fallito, principalmente per la pericolosità dell’uso di un propulsore ad elica in stazioni affollate ed anche per le serie difficoltà tecniche nel poter aggiungere ulteriori vagoni per formare un treno, a causa della sua forma costruttiva.
Nel 1939, dopo qualche anno di oblio, lo Zeppelin su rotaia venne infine smantellato per ricavarne materiale utile alle necessità belliche della Germania in guerra.