Quest’oggi il socio Giovanni Brandi ci propone la sua ultima curiosa realizzazione: La BOMBARDA MAGGIORA da 320.

L’inizio del primo conflitto mondiale spinse molti personaggi che in tempo di pace avrebbero dedicato le loro capacità a scopi più nobili, a creare macchine da guerra, inventare strumenti micidiali volti a procurare il maggior danno possibile al nemico.

E’ il caso della bombarda ideata da Demetrio Maggiora da cui prende il nome. Tale bombarda era un apparecchio che sfruttava la deflagrazione del  gas acetilene: Un generatore pompava il liquido in una camera di combustione dove avveniva lo scoppio per il lancio della bomba che a sua volta doveva essere innescata con micce.

La quantità di gas variava la gittata e la potenza. Inizialmente la bombarda non era fornita di alzo. Ci sono foto in cui il pezzo è semplicemente appoggiato alle trincee.

Foglio n. 7097 – 4 dicembre 1915 lanciabombe                   Uffficio del Capo di Stato Maggiore del Comando Supremo

 

Si trattava insomma di un’idea assai ingegnosa ma assai poco pratica: La gestione richiedeva personale ben addestrato e coordinato, sette elementi che garantivano una cadenza di fuoco di circa tre colpi al minuto. Si trattava di un strumento macchinoso, difficile da trasportare in trincea e dalla gittata limitata e fu quindi ritirato dalla linea. Ciò nonostante le foto dell’epoca ci riportano immagini di dozzine di bombarde maggiora in batteria per cui si trattò di una produzione non trascurabile.

La gestione della bombarda richiedeva personale qualificato, sette elementi per garantire una potenza di fuoco di circa tre colpi al minuto. Strumento macchinoso, difficile da trasportare in trincea, con gittata limitata, fu ritirato dalle linee.

Per curiosità riportiamo parte di una relazione tecnica del Corpo dei Bombardieri Regio Esercito Italiano riguardo la Bombarda Maggiora – Data 15 novembre 1915:

Il mortaio tipo Maggiora è da scartare perché manca di un corpo d’affusto, onde non sempre è garantito l’utile impiego dell’arma, presenta il pericolo che la bomba scoppi nella canna per infiltrazioni di gas, occorre la mescolanza delle polveri lontano dalla batteria e con personale molto pratico, le cariche devono essere adoperate entro 20giorni da loro confezionamento, l’arma è ingombrante e di uso poco pratico nelle trincee e non da alcuna garanzia di esattezza anche approssimativa di tiro”.

La bombarda fu inizialmente prodotta nella versione 150 distribuito in 64 esemplari e che evidenziò subito gravi malfunzionamenti e non ebbe miglior sorte la successiva versione, la 320. La prima volta che l’Esercito Italiano usò la Maggiora fu nella seconda battaglia dell’Isonzo (1915).

Giovanni ha realizzato la sua opera utilizzando una scatola di montaggio della  MILIT MODEL  interamente in piombo tranne la canna in resina . KIT in 1/35