Oggi il nostro presidente Emanuele Cinelli ci delizia con un’altra delle sue favolose auto da record: La Challenger 1 di Mickey Thompson.
La Storia
Il 1960 fu un anno molto importante per il lago salato di Bonneville grazie alla massiccia presenza di grandi nomi legati ai record di velocità come Donald Campbell, Art Arfons, Athol Graham, Nathan Ostich e, tra gli altri, anche Mickey Thompson con il suo Challenger 1.
Tutti gli altri piloti avevano a disposizione auto molto costose e tecnologicamente avanzate, mentre invece Thompson si presentò con una macchina costruita artigianalmente utilizzando pezzi di recupero. Il suo Challenger montava quattro motori Pontiac da 6700 cc ciascuno equipaggiati da altrettanti compressori volumetrici e montati su di un telaio tubolare.
Quella particolare edizione della speed week fu caratterizzata dall’incidente mortale di Graham e da un altro incidente disastroso occorso Campell, da cui però ne uscì uscito illeso. Nel contempo per Ostich e Arfons ci furono problemi tecnici che impedirono i loro tentativi di record.
Questi eventi avvantaggiarono incredibilmente Thompson che si è ritrovò praticamente senza rivali e riusci a portare il Challenger ad una
velocità di 654,254 km/h. In quel momento divenne l’uomo più veloce della terra ma purtroppo il record non gli venne omologato perché non riuscì, anche lui per problemi tecnici, percorrere il tratto di ritorno. Era necessario percorrerlo in quanto poi veniva fatta la media delle due velocità di punta.
Gli rimase la consolazione di aver comunque ottenuto una velocità pazzesca con una macchina realmente “fatta in casa”.
Il modello
Il modello che ho realizzato è della Revell in scala 1/25. Questo kit uscì praticamente in contemporanea con il tentativo di record, quindi
è datato 1960. Probabilmente per via del fatto che venne prodotto abbastanza frettolosamente, il modello presenta una serie infinita di imprecisioni
ed errori.
Il kit, è senza dubbio molto dettagliato per la presenza di numerosissimi pezzi, ma nessuno di loro combacia con il suo corrispettivo.
Ho dovuto fare un lavoro di rettifica imponente, oltre ad avere autocostruito svariati pezzi perché gli originali erano veramente improponibili. Ho aggiunto tutti i fili, tubi ed impianti di vario genere possibili, aiutato dal fatto che su questa macchina si trova abbondante documentazione fotografica.
La carrozzeria è stata verniciata con una bomboletta della Tamiya su cui ho steso il trasparente lucido bicomponente ad aerografo. Nonostante la
difficoltà sono soddisfatto del risultato e spero piaccia anche a voi